Quello di razzismo contro i bianchi, o razzismo antibianco, è un concetto volto ad identificare un razzismo o un'intolleranza specificatamente orientata verso individui antropologicamente classificati come caucasici, i bianchi.[1][2]
Per il sociologo Erwan Lecoeur si tratta di una nozione inventata dall'estrema destra come parte di una strategia vittimista, i cui casi presentati sovente si sono dimostrati montati ad hoc.[3]
In ambienti di estrema destra questo concetto tende ad essere impiegato strumentalmente per giustificare politiche discriminatorie e negare i diritti civili delle diverse etnie.
Personalità come Jean-Marie Le Pen lo hanno descritto come un «razzismo inverso».[4][5][6]
In ambienti di destra si tipizza il razzismo antibianco in un insieme di comportamenti specifici: demonizzazione della società bianca e generalizzazione del suo passato (colonialismo, schiavismo), aggressioni verbali e psicologiche, "segregazione verbale" (isolamento di bianchi da discussioni)[7]; e si descrive il concetto di razzismo antibianco come una riarticolazione del significato di razzismo, che non terrebbe conto, oggi, dell'odio verso i bianchi.[8]
^LECOEUR Erwan (éd.) Dictionnaire de l'extrême-droite, Paris, Larousse, 2007, p.50
^Damien Charrieras,« Racisme ? Une étude rhétorique critique de la polémique sur le racisme anti-Blancs en France », in COMMposite V2007.1, pp. 40-73 ISSN 1206-925 (WC ·ACNP) Charreras Précise à propos de l'emploi du terme blancs: "Précisons que dans cet article, l'utilisation des termes « Blancs », « Noirs », « Arabes » ou « Juifs » renvoie moins à un groupe d'individus essentialisé par des attributs physiques précis qu'à un objet d'interpellation rhétorique existant par l'interpellation performative même dont il fait l'objet." Op.cit p.42
^LECOEUR Erwan (éd.) Dictionnaire de l'extrême-droite, Paris, Larousse, 2007, p.50